manifesto

Siamo partiti dalle parole di Gilles Clément per immaginare un luogo che indaghi un terzo paesaggio umano attraverso una duplice prospettiva: il non-colto e l'in-colto.
L’Osservatorio dell’Incolto è nato come un progetto di narrazione territoriale per costruire momenti di riflessione attiva sulle rappresentazioni sociali, all’interno del discorso pubblico e nelle loro diverse manifestazioni. 
ODI vuole quindi diventare un album di famiglia digitale, un archivio, uno spazio di confronto collettivo che racconti il territorio e le sue conflittualità attraverso i diversi punti di vista ed esperienze di chi lo vive, ribaltando la posizione dei suoi abitanti da oggetti di un racconto a soggetti narranti.

chi siamo

ODI è uno spazio aperto a chi ne voglia far parte, nato dalla visione di Marco e Claudio, per scommettere sulle comunità, sommare idee per moltiplicarle e avere un luogo dove interrogarci su chi siamo e come possiamo raccontarci.

Marco Piscopo
Socio-system designer

Claudio Nicola Biancofiore
Architetto e urbanista
 
Progettisti e attivisti, ci piace lavorare con le comunità e metterle in connessione tra loro. Cerchiamo persone con cui innescare processi partecipativi. Auspichiamo piccole rivoluzioni culturali e progettiamo dispositivi di narrazione territoriale.

Hanno collaborato con noi:

Resmie Hallulli
Laureata in storia contemporanea con focus sulle narrazioni dell'immigrazione in Italia

Teresa Ceglie
Laureanda in farmacia, dj e fotografa amatoriale

Paola Cagnetta
Exhibition designer

Ci hanno supportato fin qui:
Spazio13, Voga Artproject, Radio Frequenza Libera, SOUx - Spazio Murat, SOUx - Officine Tamborrino, Impact Hub Bari